domenica 4 giugno 2017

BARTELLE INTERVIENE SULLA SOPPRESSIONE DEL PRESIDIO DI POLIZIA DI ROVIGO


ROVIGO - "Idea inspiegabile al limite della stravaganza".


Patrizia Bartelle non nasconde il suo dissenso rispetto alla razionalizzazione dei presidi di Polizia postale: la consigliera  regionale del Movimento Cinque Stelle, che la materia la conosce piuttosto bene avendo vestito per anni quella divisa prima di entrare in politica, interviene nel dibattito relativo alla soppressione di quattro presìdi provinciali in Veneto, tra cui Rovigo, "motivati da una presunta spending review. L'idea sposata dal Dipartimento - prosegue - è quella di mantenere uffici di specialità soltanto nei capoluoghi di di regione, ipotesi del tutto sganciata dalla realtà che va in completa controtendenza con l'aumento dei reati di natura informatica e la crescente necessità di avere personale preparato e formato in grado di opporvisi".
Nel presidio rodigino prestano servizio cinque agenti: come sottolinea la Bartelle, "appare evidente che non si tratta di numeri imponenti e che il recupero di uomini su base provinciale risulti assai contenuto, a fronte invece di un lavoro prezioso che testimonia in modo chiaro l'assurdità dell'intenzione di chiuder bottega...". Truffe online, utilizzo indebito di carte di credito e ancora reati contro la persona, leggasi ingiurie e molestie, accessi abusivi ai sistemi informatici, pedofilia, reati di natura postale fino alle più recenti sfide, ultima in ordine di tempo l'allarme sul cosiddetto fenomeno del "Blue whale": la Polizia postale ha portato le sue competenze tecnologiche ed investigative ai massimi livelli, iniziando al contempo anche una politica di informazione-prevenzione per così dire dal "basso", entrando anche nelle scuole per parlare direttamente ai ragazzi, come nel caso del convegno proposto dal prefetto sul cyberbullismo a Lendinara che ha riscosso un grandissimo successo di pubblico giovanile.
"Il danno più grande, sacrificando questa realtà e privando la comunità di questa risorsa, andrebbe come spesso accade a danno dei cittadini, che da tempo hanno in questi presidio di legalità un punto di riferimento di assoluto e riconosciuto valore. Pensiamo - incalza la consigliera -solo al disagio in caso di denuncia: ci si dovrà rivolgere a realtà è strutture distanti, affrontando sacrifici in termini di costi di spostamento e tempo con l'eventualità persino che la cosa risulti un deterrente all'eventuale denuncia stessa. Sarebbe illogico e senza senso alcuno...".

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